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Mozart Qui e Ora
La stagione della FORM, orchestra filarmonica marchigiana, fa tappa a Fabriano per un bel concerto dedicato a Mozart con solisti Alessandro Milani e Luca Ranieri, sul podio il direttore musicale Alessandro Bonato.
Giochiamo, almeno, a trovare il lato positivo. Sembra che tutti vogliano programmare le première streaming di sabato sera e in poche ore bruciamo chilometri per cercare di seguire il più possibile. Così, per esempio,vediamo tutti quanto sia bello il teatro di Fabriano. Chi lo conosceva, fabrianesi esclusi? Il lato positivo non è poi così male, se incentiva, non appena possibile, noi a viaggiare per vedere di persona e, si spera, le amministrazioni, a valorizzare nel reale questi spazi balzati alla ribalta virtuale.
In attesa di saggiare un’acustica che si dice ottima, ci prendiamo l’aperitivo da casa con un bel Mozart. E se da Trieste imposta i suoi programmi su solisti emergenti e direttori consolidati (anche se poi capita che abbiano solo quattro anni di differenza: Streaming da Trieste, concerto Tashko/Spotti, 13/02/2021), a Fabriano i rapporti anagrafici si ribalterebbero, con una bacchetta (che però è quella principale dell’orchestra regionale marchigiana) giovanissima e due solisti di più lungo corso. Eppure, in entrambi i casi, sono i fatti a parlare e ad annullare i calcoli anagrafici per lasciar spazio solo alla musica. Alessandro Milani e Luca Ranieri, prima viola e primo violino dell’orchestra Rai come tappa corrente di curricula di tutto rispetto, fanno della consuetudine sullo stesso palco il valore aggiunto di un comune sentire nella gestione del suono e del fraseggio. Nella Sinfonia concertante per violino, viola e orchestra K 364, è un piacere sentirli duettare, incalzare, dialogare, unirsi nei passi più cantabili dell’Andante o colorire di sofisticate gradazioni dinamiche gli scambi e le eco più brillanti dell’Allegro maestoso e del Presto.
Il Tragico Meraviglioso
..........analitica concertazione di Michel Tabachnik ha buon gioco nel dimostrare la sua piena versatilità nella seconda parte della serata dedicata a due opere di notevole importanza nel catalogo di Béla Bartók (1881-1945). Il concerto per viola e orchestra (1945) è l’ultimo lavoro del maestro ungherese, orchestrato e completato dall’allievo Tibor Serly. Luca Ranieri, prima viola dell’Orchestra Sinfonica Nazionale, si rivela un esecutore sensibile e attento alle sfumature di uno stile che ha negli assoli dello strumento felici momenti di ispirazione. Al carattere riflessivo dei due movimenti iniziali, con ampie oasi liriche intervallate da episodi di maggior concitazione agogica, resi da Ranieri con perfetto equilibrio tra forma ed emozione, si contrappone in chiusura un conciso Allegro vivace in cui ad essere esaltata è la tecnica del protagonista, capace anche in questo caso di coniugare il guizzo del virtuoso con la pura bellezza del suono.
Forti emozioni nel concerto Rai diretto da Michel Tabachnik........,il Concerto per viola di Bartok, opera scavata e prosciugata come una vecchia statua: Luca Ranieri la sente famigliare,e ci conduce per mano a scoprirla con totale immediatezza, fra assorte fantasie e impeti di lontane passioni.
Le fantasie di una viola
Ieri a Palazzo Martinengo, nelle sale della mostra di liuteria
Applauditissimo concerto di Luca Ranieri
Sono sempre di più gli appassionati che ogni domenica mattina assistono al concerto ospitato nelle sale della mostra di liuteria a Palazzo Martinengo. E ieri mattina, in occasione del recital del violista bresciano Luca Ranieri, il pubblico faticava a trovar posto in sala.
Eppure il programma non era proprio «leggero», pur nella consueta brevità che caratterizza questi speciali appuntamenti musicali.
Sicuramente ha giocato la notorietà di Luca Ranieri, prima viola dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, ma anche molto altro, come ad esempio la possibilità di ascoltarlo con una splendida viola “Maggini”, quella che la Fondazione Pro Canale gli ha affidato perché ne porti in giro per il mondo lo splendido suono.
Un suono che è emerso subito, affascinante, nella «Suite in sol minore op. 131d n. 1» di Max Reger, pezzo non conosciutissimo ma che, grazie al suono potente e scuro di questo magnifico strumento antico, ha subito conquistato il pubblico anche negli improvvisi e decisi interventi accordali, nel “Molto vivace” finale contrapposto alla pensosità dell’”Andante sostenuto”.
Poi un pezzo breve e soltanto apparentemente semplice, il «Capriccio in do min. op. 55 n. 9» di Henry Vieuxtemps, un brano caratterizzato da una certa grandiosità nella scelta del tema principale ma «contornato» di tutta una serie di difficoltà tecniche mai comunque fini a se stesse.
Ed è significativo che Luca Ranieri abbia poi riproposto questo pezzo come bis.
La conclusione del concerto è stata straordinaria, con la trascrizione di Kodàly della «Fantasia cromatica» di Bach: non ci stancheremo mai di ricordare come questa composizione appaia sempre di una modernità quasi incredibile nei suoi infiniti passaggi, appunto cromatici, nel suo continuo variare di tonalità.
In più, ieri mattina, la splendida voce della viola “Maggini” ha dato al tutto una magia particolare, perfettamente avvertita dal pubblico. Che ha applaudito Luca Ranieri a più riprese, finché non ha concesso un primo magnifico bis con la Sarabanda tratta dalla seconda Partita di Bach; non senza aver ringraziato gli organizzatori della mostra a Palazzo Martinengo per la straordinaria avventura in corso nella nostra città grazie ai capolavori della liuteria.(LUIGI FERTONANI)
La viola Maggini esalta Luca Ranieri
Grande successo del violista Luca Ranieri, ieri, per il penultimo concerto-aperitivo di Palazzo Martinengo nel contesto della mostra di liuteria «Giovanni Paolo Maggini: secoli di dettagli».
Il musicista concittadino, prima viola nell’Orchestra sinfonica della Rai di Torino, ha proposto un récital solistico sulla preziosa viola Maggini ottenuta quest’anno in personale concessione dalla Fondazione Pro Canale di Milano.
Di fronte a un pubblico numeroso - tutti i posti a sedere erano occupati e molta gente è rimasta in piedi - Ranieri ha affrontato un impegnativo programma con musiche per viola sola di Reger, Vieuxtemps e dell’immancabile Bach.
Nella Suite n. 1 in sol minore op. 131d di Max Reger, il «Molto sostenuto» iniziale è stato reso dal solista con efficace gioco dinamico di proposte e risposte che ha permesso di trasformare il naturale monologo dello strumento in un colloquio a più voci.
Risultava a tutti evidente l’alto grado d’approfondimento tecnico ed espressivo raggiunto da Ranieri in questo e nei successivi tre movimenti della composizione, brillantemente suggellata da un incisivo moto perpetuo.
L’affettuosità malinconica della viola s’è poi diffusa nel Capriccio in do minore op. 55 n. 9 di Henry Vieuxtemps. Ancora una volta, il concertista si è distinto nel cantabile appassionato, nelle improvvise intensificazioni dinamiche e nell’elegante gesto di chiusura in mormorante pizzicato.
L’omaggio a Bach ha avuto il suo momento dapprima nella «Fantasia cromatica» (priva di fuga), ingegnosamente trascritta da Zoltan Kodaly, e quindi nella celebre Sarabanda dalla Seconda Partita, magistralmente eseguita come primo bis. Gli insistenti applausi hanno indotto il musicista a replicare il Capriccio di Vieuxtemps con soddisfazione di tutti. (marco bizzarini)
....di B.Bartòk si è sentito il Concerto per viola e orchestra...fortuna ha voluto che la viola fosse quella di Luca Ranieri,che non è solo uno dei migliori strumentisti in circolazione,ma è anche accreditato esecutore e interprete del Concerto di Bartòk.Da lui è venuto un saggio indiscutibile di maturità artistica....ammirevoli sia i procedere sospeso del secondo movimento,sia il ritmo vorticoso dell'Allegro Vivace finale.
...ottima esibizione delle qualità solistiche di Luca Ranieri.La consistenete sonorità della sua viola si è disposta con trasporto alla dimensione lirica,meditativa di questa pagina che,esprime l'autenticità del linguaggio di Bartòk....
Musica da camera d'alto livello,l'altra sera in San Barnaba per la Società dei Concerti di Brescia:Luca Ranieri,Alessandro Carbonare e Andrea Dindo affrontando un programma complesso che partiva dalle due sonate op.120 di Brahms,il "Trio dei Birilli" di Mozart e tre degli "Otto Pezzi" di Bruch.
Per la Sonata op.120 n.2 è stata eseguita la trascrizione per viola,con Luca Ranieri allo strumento ad arco.Splendido,morbido il timbro del concertista bresciano,molto bello il dialogo con il pianoforte di Andrea Dindo.
Un pubblico numeroso ha assistito giovedì sera in San Barnaba al concerto di Luca Ranieri viola,Alessandro Carbonare clarinetto,Andrea Dindo al pianoforte....il programma proponeva le due sonate op 120 di Brahms,Carbonare ha eseguito la prima,Ranieri la seconda.
...Quanto più affascina di entrambi gli strumentisti è la possibilità di cambiare completamente atmosfere....nell'intensità della viola di Ranieri il piano "millesimato" ha il senso di un assorto contemplare l'attimo del chiaroscuro.
Dopo una così ardua prova in duo,Ranieri,Carbonare e Dindo hanno offerto il "Trio dei Birilli" di Mozart e tre degli Otto Pezzi di Bruch.......bravissimi singolarmente,perfetti nell'assieme,sono stati festeggiati a lungo....
Alessandro Zignani
L'esecuzione che Luca Ranieri dà del Concerto di Bartòk è semplicemente la migliore, insieme a quella di Wolfram Christ (con Lorin Maazel, DG) che conosciamo.
Mai il "lento parlando" del primo movimento è parso così capace di alludere ai complessi studi bartokiani su quel rapporto tra emozione e inflessione vocale su cui è costruita tutta la da lui tanto studiata e assimilata musica etnica dei Balcani.
Un certo misticismo senza Dio, connotato nuovo dell'ultimo Bartok, meditazione sulla morte di un malato terminale, che si esprime nell'adagio religioso (analogo, per ispirazione, all'omonimo movimento del coevo Concerto n.3 per pianoforte) riceve qui una connotazione smateriata, una timbrica lucida, cristallina, risuonante dai precordi dell'inconscio, ancora più mirabile se si considera il problema di "ingolamento" che affligge, strutturalmente, la viola. L'allegro vivace finale ha una burbera e ossessiva linearità che trasforma la viola in uno di quei soldatini a molla cari alle fiere di paese cui si ispirerà Brecht per la codificazione della sua tecnica dello "straniamento", dentro la cui meccanica dei sentimenti agisce la fine di tutta una civiltà."
.....al Donizzetti di Bergamo,per il cartellone del Festval di Brescia e Bergamo,è capitato di ascoltare uno splendido concerto tra amici. Protagonista Domenico Nordio,in quartetto con Luca Ranieri, magnifica viola, Alban Gerhardt e Roberto Prosseda.....
..."Eccellente prova al Vittoriale degli Italiani per il trio Anna Loro, Davide Formisano e Luca Ranieri….. Le esecuzioni hanno rivelato un'alta maturita' espressiva e poetica.
Decisivo l'apporto del violista bresciano Luca Ranieri, brillante strumentista che con la sua esperienza e musicalita' ha conferito alle esecuzioni il vero spirito della Musica da camera, che richiede una chiara vissione d'assieme oltre che un perfetto dominio dello strumento."